PCB (policlorobifenili) nell'olio e nel trasformatore

PCB (policlorobifenili) nell'olio e nel trasformatore

Con il termine generico PCB (policlorobifenile) si intende una famiglia di 209 composti chimici, chiamati congeneri. La prima sintesi di laboratorio del PCB risale al 1867 ma solo a partire dal 1929 venne avviata la produzione mondiale, che durò fino alla metà degli anni ‘80, quando cioè vennero emanate le prime leggi per la restrizione di utilizzo del PCB a causa dell' estrema pericolosità per l'uomo e l'ambiente.

Sul mercato i PCB sono stati commercializzati sotto forma di miscele formate da un complesso mix di congeneri a cui venivano addizionati solventi clorurati, identificati da svariate sigle commerciali, tra le quali Aroclor, Askarel e Apirolio.

Rispetto agli oli minerali, i liquidi sintetici a base di PCB e PCT (Askarel) come isolanti/refrigeranti dei trasformatori, offrono i seguenti vantaggi:

  • maggiore resistenza chimica,
  • migliori caratteristiche dielettriche,
  • bassa viscosità e
  • maggior resistenza al fuoco.

È noto da tempo che in caso di termossidazione ed a temperature incontrollate intorno ai 500°C, i PCBpossono formare prodotti altamente tossici per l'uomo e l'ambiente, quali le poli-cloro-dibenzo-diossine (PCDD) e i poli-cloro-dibenzo-furani (PCDF).


Sea Marconi e la lotta ai PCB

Quella di Sea Marconi è una storia che inizia nel 1968 ed è caratterizzata da eventi e scoperte importantissime nell’ambito dei PCB (policlorobifenili) e delle Diossine.

In questo ambito Sea Marconi è stata protagonista ideando soluzioni pionieristiche a livello mondiale e contribuendo alla stesura di norme e leggi (nazionali e internazionali) di settore..


L'esperienza Sea Marconi

1979

Con il CODEC-PCB Sea Marconi offre un servizio per l’inventario, la detenzione controllata, la gestione e la decontaminazione di apparecchiature con PCB.

1982

Primo brevetto CDP Process ®  per la decontaminazione di apparecchiature mediante dealogenazione/detossificazione del PCB, PCDD-diossine, PCDF-furani.

1983

Primi al mondo a validare sperimentalmente con pieno successo la dealogenazione e detossificazione della più pericolosa diossina conosciuta, la cosiddetta Diossina di Seveso (2,3,7,8 TCDD-tetraclorodibenzoparadiossina).

1984

A partire da quest’anno il CDP Process® è stato migliorato con ulteriori brevetti internazionali ed applicato in oltre 50 paesi.

2007

Il CDP Process ®  è stato classificato dal Ministero dell’Ambiente (D.M. 29/01/2007) come Migliore Tecnica Disponibile per la decontaminazione di apparecchiature con PCB, in particolare su trasformatori contaminati da PCB in servizio anche sotto carico.

OGGI

Il CDP Process ® è classificato come BAT (Best Available Technique)/BEP (Best Environmental Practice) nei progetti internazionali UNIDO, che supportano i paesi in via di sviluppo a raggiungere gli obiettivi della Convenzione Stoccolma.
Tra questi paesi vi sono ad esempio la Mongolia e la Macedonia, a cui Sea Marconi ha fornito un avanzatissimo impianto per la decontaminazione degli oli contaminati da PCB.

Con gli stessi principi Sea Marconi ha sviluppato il “ PCB free Program”, che trova applicazione in Africa, Asia, Centro e Sud America. Si tratta una soluzione integrata (servizi di inventario, controllo e monitoraggio con analisi e diagnosi; procedure e tecnologie di decontaminazione) finalizzata alla gestione del ciclo di vita (LCM) e decontaminazione di trasformatori ed oli con PCB.

Sul fronte della lotta alla diossina e al PCB, Sea Marconi può definirsi a pieno titolo come un esempio di eccellenza nell’innovazione che dall’Italia porta le sue “soluzioni sostenibili” davvero in tutto il mondo.

Nell’ultima conferenza internazionale di Ginevra (maggio 2013) si è parlato del 2028 come hanno target per la completa decontaminazione del pianeta da PCB, purtuttavia lo scenario normativo nel mondo è estremamente variegato: in Italia e in Europa il limite per il PCB è 50 mg/Kg (anche se la soglia di 25 mg/Kg mette al riparo da eventuali depositi temporanei, conferimenti dell’olio o future revisioni di norma), ma in alcuni paesi il limite è stato ridotto a 2 mg/Kg. Ci sono poi casi come il Giappone in cui il limite di legge per il PCB è di 0,5 mg/Kg.

Si ricorda che la normativa vigente (Direttiva 96/59/CE - D.Lgs 209/99 art. 5 comma 2 - Guida CEI 10-38 cap. 8.2) prescrive i seguenti

Obblighi di decontaminazione

volume apparecchio concentrazione PCB (mg/kg) scadenza
< 5 dm3 > 50 31 dicembre 2005
> 5 dm3 tra 50 e 500 fine vita operativa
> 5 dm3 > 500 31 dicembre 2010

Dal punto di vista normativo quindi ad oggi non dovrebbero esserci più trasformatori contaminati oltre i 500 mg/kg.  Sempre teoricamente, tutti i trasformatori contenenti PCB di cui è ancora possibile l’utilizzo (poichè contaminati tra i 50 e i 500 mg/kg ed in b uono stato funzionale) dovrebbero risultare completamente ad inventario nazionale.

ATTENZIONE: “in buono stato funzionale”.
D.Lgs 209/99 art. 5 comma 4
I trasformatori (contaminati tra 50 e 500 mg/kg) possono essere utilizzati in attesa di essere decontaminati o smaltiti solo se in buono stato funzionale, non presentano perdite di fluidi ed i PCB in essi contenuti sono conformi alle norme od alle specifiche tecniche relative alla qualità dielettrica
Prestare quindi la massima attenzione innanzitutto:

  • alla frequenza dei controlli diagnostici del fluido dielettrico,
  • ai parametri oggetto di tali controlli
  • all’evoluzione di tali parametri nel tempo;
  • alle condizioni ispettive del trasformatore;
  • al valore di PCB misurato (alla data, alla metologie utilizzata ed all’accuratezza di tale valore)
Share by: